E’ stato prodotto nel 2016 un film, diretto da Daniele Vicari, dal titolo “Sole, cuore e amore”.
Ebbene, tale prodotto cinematografico narra la storia di una famiglia che vive vicino a Roma in condizioni economiche assai difficili.
Difatti, a fronte di quattro bambini piccoli, il marito, di nome Mario, impersonato da Francesco Montanari, è disoccupato mentre la moglie, il cui personaggio è recitato da Isabella Ragonese, che si chiama Eli, lavora “in nero” presso un bar, sito a Roma in zona Tuscolana, che è molto distante dal luogo ove costoro abitano.
Orbene, per raggiungere questo posto di lavoro, Eli, tra autobus e metro, ci mette due ore ad andare, e due ore a ritornare, a cadenza quasi giornaliera, e segnatamente dal lunedì al sabato, escluso solo la domenica.
In particolare, il ritmo frenetico della vita di questa donna emerge chiaramente nel film: dal lavoro di barista, che la costringe praticamente a non fermarsi mai, all’adempimento del suo ruolo di mamma e moglie.
Una situazione, purtroppo, non infrequente nella realtà in cui molte donne si sobbarcano letteralmente tutte le fatiche necessarie per “fare andare avanti” la propria famiglia.
Il costante e stressante stile di vita, purtroppo, si riverbera negativamente sullo stato di salute di Eli, la quale non può permettersi nemmeno di fare i necessari controlli medici a seguito di problemi di salute che subentrano a un certo punto della trama.
La condizione lavorativa di sfruttamento (sotto pagata e priva di regolare contratto di lavoro) a cui lei è sottoposta, nonché lo stress provocato da siffatti spostamenti giornalieri, infatti, determinano un progressivo peggioramento del suo stato di salute, che andrà nel corso del film peggiorando sempre di più…
Ciò posto, a fronte di codesta trama narrativa, la quale costituisce la parte “centrale” del film, si inseriscono altri personaggi, principalmente femminili, che supportano Eli in modi diversi.
Tra queste, vi è l’amica “storica” di Eli, Vale, impersonata da Valeria Grieco, che accudisce i suoi figli quando lei è al lavoro, nonché la sua stessa collega di lavoro, Malika (il cui ruolo è ricoperto da Chiara Scalise), che si reca prima di lei al bar, per farle guadagnare qualche ora in più per stare accanto alla sua famiglia.
Un ruolo di donne che sembrano quindi entrambe accomunate dalla solidarietà femminile, vale a dire “quell’alleanza basata sulla comprensione e sul supporto reciproco nelle sfide professionali, educative e personali che nasce tra le donne e che a volte viene anche chiamata “sorellanza””[1], la quale sembra trasparire chiaramente da questo filmato costituendo, a mio avviso, il nucleo portante della storia.
Descritta per sommi capi la sceneggiatura di questo film, pur non essendo un critico cinematografico, consiglio vivamente di vederlo (per chi è interessato, esso è disponibile su raiplay), con un invito rivolto specialmente a noi uomini in quanto prodotti culturali del genere (il pensiero va ovviamente anche al noto film della Cortellesi “C’è ancora domani”) possono aiutaci a comprendere le difficoltà in cui vanno incontro le donne nella vita di tutti i giorni.
[1]Fonte:https://www.facebook.com/scuolamilanidomodossola/posts/il-significato-della-solidariet%C3%A0-femminile-%C3%A8-quellalleanza-basata-sulla-comprens/1159537016219058/=