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Il ruolo delle sentenze non irrevocabili nel giudizio cautelare

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Cass. pen., sez. VI, 27/03/2024 (ud. 27/03/2024, dep. 16/05/2024), n. 19574 (Pres. Costanzo, Rel. Capozzi)

Indice

La questione giuridica

Una delle questioni giuridiche, affrontate dalla Suprema Corte nel caso di specie, riguardava quale valenza processuale possono assumere le sentenze non irrevocabili nel giudizio cautelare.

Ma, prima di vedere come il Supremo Consesso ha trattato siffatta questione, esaminiamo brevemente il procedimento in occasione del quale è stata emessa la sentenza qui in commento.

Il Tribunale di Catanzaro annullava un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari della medesima città in relazione a delle estorsioni aggravate ai sensi dell’art. 416-bis.1. cod. pen..

Ciò posto, avverso questa decisione il difensore ricorreva per Cassazione, deducendo violazione di legge penale e vizio della motivazione in ordine alla sussistenza della gravità indiziaria per il reato di partecipazione all’associazione mafiosa.

Come la Cassazione ha affrontato tale questione giuridica

La Corte di legittimità riteneva il ricorso suesposto inammissibile.

In particolare, tra le argomentazioni che inducevano gli Ermellini ad addivenire a siffatto esito decisorio, vi era quell’orientamento nomofilattico secondo cui, in ambito cautelare, le sentenze non irrevocabili possono essere acquisite e valorizzate ai limitati fini della verifica delle condizioni di applicabilità delle misure; quanto accertato nel separato processo non può, tuttavia, essere recepito acriticamente, ma deve necessariamente essere valutato autonomamente, tenendo conto del complesso degli altri elementi acquisiti nel procedimento, ove la sentenza non definitiva viene utilizzata (Sez. 2, n. 7320 del 10/12/2013) fermo restando che i gravi indizi di colpevolezza richiesti dall’art. 273, comma 1, cod. proc. pen., per l’applicazione e il mantenimento di misure cautelari personali possono essere validamente desunti anche da sentenze non ancora irrevocabili, senza che ciò comporti violazione dell’art. 238-bis, cod. proc. pen. che, nel prevedere che possano essere acquisite e valutate come prova le sentenze divenute irrevocabili, si riferisce al giudizio di colpevolezza e non alle condizioni di applicabilità delle misure cautelari, nè dell’art. 238, comma 2-bis, cod. proc. pen. che, nel subordinare l’acquisizione di dichiarazioni rese in altri procedimenti alla condizione che il difensore abbia partecipato alla loro assunzione, si riferisce anch’esso al solo giudizio sulla responsabilità (Sez. 5, n. 57105 del 15/10/2018).

I risvolti applicativi

In ambito cautelare, le sentenze non irrevocabili sono considerate per la verifica delle condizioni di applicazione delle misure, ma, perché ciò avvenga, esse devono essere valutate insieme agli altri elementi acquisiti nel procedimento.

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