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E’ possibile rispondere di stalking condominiale?

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Premessa

E’ noto che all’interno di un condominio è possibile che tra i condomini vi siano dissidi, litigi e quant’altro, sino a verificarsi, purtroppo, anche fatti penalmente rilevanti.

Orbene, venendo al tema trattato in questo scritto, è possibile ritenere configurabile lo stalking condominiale?

Cosa è lo stalking

Prima di rispondere a questa domanda, si pone il problema di capire cosa debba intendersi per stalking da un punto di vista penalistico.

Ebbene, se per “stalking”, da un punto di vista lessicale, può intendersi letteralmente come “colui che cammina in modo furtivo”[1], nella sua accezione criminologica, tale termine è “utilizzato per indicare una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo ossessionato, detto stalker, che affliggono un’altra persona, perseguitandola, generandole stati di paura e ansia, arrivando persino a compromettere lo svolgimento della normale vita quotidiana”[2].

Per quanto, invece, riguarda il versante giuridico, non esiste una norma incriminatrice che sanzioni espressamente lo stalking, ma vi è una disposizione legislativa la quale, seppur intitolata “Atti persecutori”, incrimina una condotta sostanzialmente analoga.

L’art. 612-bis, co. 1, cod. pen., intitolato per l’appunto “Atti persecutori”, difatti, sanziona con la pena della “reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.

Ebbene, fermo restando che tale norma contempla un aumento della pena “se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici” (art. 612-bis, co. 2, cod. pen.), che può essere elevata “fino alla metà se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero con armi o da persona travisata” (art. 612-bis, co. 3, cod. pen.), lo stalking, in quanto tale, trova una risposta penale proprio in questo precetto normativo.

Lo stalking può essere anche condominiale?

Su tale domanda la giurisprudenza di legittimità ha dato risposta positiva, essendo stato postulato che, in “tema di stalking, la condotta offensiva può essere rivolta anche a più soggetti e non necessariamente ad un determinato individuo; sicché va punito per stalking anche chi minaccia indistintamente tutti i soggetti facenti parte di un condominio”[3] il che può avvenire, ad esempio, attraverso il compimento delle seguenti condotte: “sottrazione della corrispondenza, disseminazione di bottiglie nel parcheggio condominiale, sosta selvaggia, occupazione – per puro spirito emulativo – degli spazi antistanti (…), immissione di rifiuti nella buca delle lettere”[4].

Difatti, secondo la Corte di legittimità, è ineludibile che “l’implicazione che l’offesa arrecata ad una persona per la sua appartenenza ad un genere turbi per sè ogni altra che faccia parte dello stesso genere”[5] e, pertanto, “se la condotta è reiterata indiscriminatamente contro talaltra, perchè vive nello stesso luogo privato, sì da esserne per questa ragione occasionale destinataria come la precedente persona minacciata o molestata, il fatto genera all’evidenza il turbamento di entrambe”[6].

Come può essere provato lo stalking condominiale?

Chiarito che può ricorrere lo stalking condominiale, la vittima di tale reato come può provarlo?

La risposta si può ricavare da quella pronuncia con cui la Cassazione ha postulato che “la prova dell’evento del delitto in riferimento alla causazione nella persona offesa di un grave e perdurante stato di ansia o di paura deve essere ancorata ad elementi sintomatici di tale turbamento psicologico, ricavabili dalle dichiarazioni della stessa vittima del reato, dai suoi comportamenti conseguenti alla condotta posta in essere dall’agente ed anche da quest’ultima, considerando tanto la sua astratta idoneità a causare l’evento quanto il suo profilo concreto in riferimento alle effettive condizioni di luogo e di tempo in cui è stata consumata. Sez. 5, Sentenza n. 14391 del 28 febbraio 2012 Cc. (dep. 16 aprile 2012) Rv. 252314”[7].

Sino a quando può ritenersi che duri lo stalking condominiale

La risposta a tale domanda acquista rilevanza specialmente in riferimento alla prescrizione del reato. Orbene, trattandosi di un reato abituale, la cessazione della condotta criminosa in questione va identificata con il “compimento dell’ultimo atto antigiuridico, coincidendo il momento della consumazione delittuosa con la cessazione dell’abitualità (cfr., per tutte, Sez. 5, n. 35588 del 3/4/2017, P., Rv. 271208)”[8].

[1]An American Dictionary of the English Language pag. 2221.

[2]https://it.wikipedia.org/wiki/Stalking#cite_note-1.

[3]Cass. pen., sez. V, 7/04/2011, n. 20895.

[4]Cass. pen., sez. V, 16/12/2020, n. 3795.

[5]Cass. pen., sez. V, 7/04/2011, n. 20895.

[6]Ibidem.

[7]Cass. pen., sez. V, 11/02/2016, n. 26878.

[8]Cass. pen., sez. V, 30/04/2021, n. 24590.

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